storia d’amore tredici anni dopo

Mi piacerebbe svelare chi è l’autore che mi ha chiesto di pubblicare questa dedica fatta ad una donna immaginaria. Trovo lo scritto piacevolissimo. In questi tempi di social, il pezzo di carta che stringo tra le mani ha un sapore fiabesco. Ringrazio pubblicamente chi mi ha donato tanta simpatia.

“Il suo colore è bellissimo, e dopo che mi sono fatto dire che non è presente solo sui suoi capelli e sulla sua faccia, ma che, invece, caratterizza tutto il suo corpo, allora ho incominciato a pensare così:

quando i suoi genitori l’hanno concepita

in quel momento dio, probabilmente, stava

dipingendo le pareti di casa sua.

i suoi genitori non sapendo cosa in quel momento facessero,

anche perché nessuno lo sa,

hanno incominciato a pensare con gli stessi pensieri.

un misto di cromatico piacere ha invaso la loro mente

e, mentre ballavano, hanno intravisto i Campi Elisi.

forgiando il pensiero e combinando migliaia e migliaia di colori

diversi tra loro, sono riusciti a impastare essenza e privazione.

un miscuglio di venature calde si diversificano e si plasmano

nella pelle e nel corpo.

l’araldico piacere invade la sostanza e trasforma,

colorando, la sua tristezza in odore.

dio lo fonde … e leggendo da un vecchio libro ricorda

una atavica canzone:

il rosso del cuore come colore naturale,

il rosso del sangue come naturalmente vivo,

il rosso del tramonto come la natura vuole.

ancora avvolti nel piacere di concepire,

non distinguono la voce di dio che, arrabbiandosi,

decide di increspare ancora di più la madre-tinta,

ne esce una luce vivida,

parossismo di un mito che paragonato alle religioni

si traveste di reale.

all’improvviso i due corpi stanchi di piacere sognarono di sognare.

1) impasta il profumo di incenso

2) usa solo il rosso e l’ ocra (quest’ultimo molto di meno)

3) gira fino a farlo diventare liquido

4) unisci i pensieri di un orgasmo

5) solfeggia con il dio Pan

6) pensa al comunismo

7) invadi le mani

8) vivi senza cognizione di causa

9) lega l’Efebo

10) Cantico dei Cantici

Forse quando leggerai questo ti allontanerai ancora di più e quel poco che mi resta, per sentirti e vederti, sfumerà definitivamente? Ma non voglio più reprimere le mie fantasie e i miei umori. Forse mi riterrai un sentimentale; ti dico che fai bene perché proprio non riesco a liberarmi della materia che mi circonda e plasma la mia esistenza. Così io avrò calmato la mia conoscenza, senza violentare la mia volontà, e tu avrai scelto le tue attese. Quando ero piccolo giocavo sempre con le mie sorelle e con i miei  amici; il gioco cominciava così: color, color, color …”. [senzanome] 

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