partecipando ad una riunione

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Questo pomeriggio ho conosciuto, partecipando ad una riunione nell’Istituto Ozanam, due associazioni e una fondazione che da qualche anno fanno volontariato nel rione sanità. La prima associazione si chiama tutti i colori, la seconda “adda passà a nuttata” e la terza fondazione Alessandro Pavese. In più c’erano: un parroco, una suora, un ricercatore universitario calabrese, ragazzi e ragazzini, una mamma del rione, volontari della scuola d’italiano per stranieri e qualche “intruso”.

La riunione è durata circa due ore e ho potuto capire che negli scopi dei volontari il bene comune è una costante univoca; l’atra è l’aiuto al quartiere. Naturalmente ho spiegato che da diversi anni opera la rete sanità come coordinamento informale di cittadini attivi che, in tutto questo tempo, ha svolto e creato una serie di attività sostitutive: microcredito, scuola d’italiano per stranieri, aiuto ai senza fissa dimora, aiuto ai disabili, collaborazione con le scuole, carnevale partecipato, Puliamo ma Sanità, Cinema ecc ecc.
Ho spiegato, secondo la mia visione e la mia esperienza, “cos’è il rione”, quali realtà permangono, i bisogni effettivi, le esigenze strutturali, le mancanze. Ma, nel contempo, ho ritenuto fondamentale far conoscere la realtà “Sanità e rete Sanità” per unire maggiormente le forze, la possibilità di fare assieme e l’esigenza di farsi conoscere per “comprendere e risolvere”. Ho invitato le associazioni e la fondazione alle riunioni della retesanità credendo, nello spirito della stessa, di coinvolgere chi con gli stessi principi e pensieri ha voglia di prestarsi, di darsi senza riserva, di coinvolgersi nel marasmadi un quartiere che disarma volontariamente.
Spero che l’unione faccia la forza. Se come diceva Eduardo, “‘O marjuolo è marjuolo e non ha nazionalità”, così come considerare il rione luogo complesso come ogni altro luogo complesso del mondo, e allo stesso tempo considerare Napoli città problematica così come ogni altra città d’Italia i presupposti, eliminati gli stereotipi e le etichette massmediatiche, inducono a coinvolgere nelle iniziative quanta più gente possibile aldilà del credo religioso, della nazionalità, del colore della pelle, ecc ecc.
Insomma se di pluralità si parla ebbene che sia plurale a tutti gli effetti. Ora aspettiamo di incontrarci per parlare e riflettere, ma più per conoscerci, fare amicizia, spiegarci, far convergere, partecipare. [+blogger]     

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