la notte… in un vicolo

Notte bianca, trascorsa, illuminata ed illuminante, irregolare, che ricorda la vecchia festa di san Vincenzo patron e padrone del rione. La musica entusiasma, quella neomelodica s’aggroviglia, appiccicosa,  con il jazz, il piano bar, la Maja Desnuda o l’uomo in vetrina senza veli né piaceri.

E’ una festa allegra, è allegria, è piacere ritmico, si balla, si beve… ma soprattutto si mangia. Il sindaco, il presidente della Camera (addirittura), i consiglieri e gli sconsigliati. Qualcuno dice: “Napoli è chiena ‘e turisti, magnateve ‘o limone!” Premetto che a me piace moltissimo, l’odore, il colore, l’aroma di questo agrume, sarebbe bello se la Sanità odorasse di limone come le straduzze dell’isola di Procida.

Ma i Miradois sono isolati, lì c’è odore di tufo impregnato d’acqua. Turismo affollato. Via del Serbatoio alla Scudillo, ci mettono gli occhi?, così come il vico Tronari o la fine del vico Carrette, dove una muraglia cadente e ricca di pertugi abitativi, ha scavato nei muri la storia dell’allegria. Quando alzi gli occhi sembra che ti scavalchino, ti surclassano le irregolarità delle case, le cavità te le senti addosso, una muraglia (dint”o mont a Sanità), irresistibile, sbiadita, margine di una civiltà limite ed impoverita.

La drammaticità apparente, le pareti stuccate di Street Art gioiscono, gli Ipogei, le tombe, gli acquedotti, i bassi abitati da srilankesi, africani, napoletani, un miscuglio di passione, di arroganza, di amore, di indifferenza. Questa è la notte bianca di vico Tronari! Questa è la notte voluta e goduta. I Miradois esultano, anche i “cazunari” artigiani dei Cristallini hanno una storia bellissima e dispersa. E’ la notte bianca della salita Scudillo. Chiusa, reclusa, incarcerata, dea impallidita e resuscitata. Il quartiere Sanità ha le sue bellezze! [+blogger]

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