padre giuseppe e hulk

Michele Santoro intervistava don Giuseppe Rassello, erano gli anni ’90. Tutta una trasmissione dedicata al rione, alla delinquenza e alla forza di un parroco intransigente, che non raccontava la religione ma la liberazione. Padre Giuseppe aveva sbarrato le porte ad un politico?, chi era, un consigliere?, un sottosegretario?, un ministro?, non ricordo bene. La voce del parrocchiano era aggressiva, decisa, sguardo cinico e risoluto nell’affermare le sue argomentazioni. Don Giuseppe era forte, aveva una corazza al posto del cuore, lui non diceva la messa, lui urlava. Quando questo prete ti cazziava ti pisciavi sotto dalla vergogna. Dopo, solo un parroco condannato, isolato, tacciato di nefandezze, deturpato da una sentenza pederasta, marchio nefasto che non risciacquava mai più la coscienza.

In quegli stessi anni, c’era anche un poliziotto forte che girava per Napoli, a volte anche nel quartiere, lo chiamavano Hulk. Un antiscippo d’acciaio, corpulento, robusto, tanto che il collo era nascosto dalla sua enorme testa. Sulla moto ci andava da solo, perché un altro dietro non ci stava. Lo scorsi una sola volta camminare sulla sua moto, un bisonte su due ruote. Io non avevo niente da temere, eppure solo a vederlo di spalle mi intimoriva. Avevo solo una vaga conoscenza di questo poliziotto, non avendo mai avuto problemi con la legge. Ma le cose che mi dicevano erano incredibili, aveva una corazza al posto del cuore, lui non parlava, urlava, solo a vederlo ti pisciavi sotto dalla paura. Dopo scomparve nell’anonimato, all’improvviso sparì, invisibile, isolato, nell’immaginario di una nefasta realtà.

Un’altra storia. Le scelte di questo quartiere. Per la prima volta un Questore indicava la strada virtuosa percorsa da questo quartiere. Ma prima i virtuosi dov’erano? Chi aveva paura dov’era? Come si definivano le forze dell’ordine? E chi erano gli assessori, il sindaco, i consiglieri, per non dire quelli circoscrizionali? Prima c’era l’estraneità, ma veniva indicata sempre e solo da una parte. I media dell’epoca, tutti, eccezioni inesistenti, suonavano la fanfara accusando 40mila abitanti, un rione intero, di connivenza criminale. La brava gente, autoctona, evitava di dire che risiedeva nel quartiere, così come gli estranei evitavano la parola Sanità. Cosa era successo realmente a questo rione?

Era il collasso di una società che aveva avuto storicamente Istituzioni deboli? Nell’indifferenza generale cosa c’era? La spiegazione era solo l’arretratezza economica? La maleducazione però stringeva la sua armatura, il labirinto di una strasboccata politica che disarmava anche i più scaltri. Le fesserie [s]democratiche erano rivoluzionate dalle stesse fesserie di uomini che lottavano per le loro, se pur confuse, idee. In tutto questo i quartieri poveri di Napoli erano nel bel mezzo, con tutte le loro colpe; così come nel bel mezzo si trovarono padre Giuseppe e Hulk, con tutte le loro colpe; uniti in una diversa ideologia, la storia li aveva (li ha) dimenticati, infliggendo loro una lezione esemplare. Il poliziotto si confuse ed incarcerò un malvivente, così come il prete si confuse chiamando la Sanità santità. Ma… niente paura, era iniziata solo una nuova era. [+blogger]

 

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Giovanni C. ha detto:

    Antonio, anche io ricordo perfettamente entrambi, anche se non li ho mai frequentati. …Si era solo una storia che stava cambiando. e speriamo in meglio. Un saluto

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  2. Giuseppe ha detto:

    Quella guardia era incredibile. In questi anni veramente i poliziotti sulla moto facevano paura, c’era anche un siciliano, veniva in auto, che “terrorrizzava” la gente. A volte si faceva fatica a capire dove erano i buoni e chi erano i cattovi.

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