curnuto e mazziate

Credo che noi tutti dovremmo riconoscere di più le storie singole delle persone, farle nostre, confrontarci e trovare analogie e differenze. Bisogna raccontare tutta la semplicità della gente della Sanità che ha passato decenni nell’incertezza e nella paura. Anni fa questo era un quartiere rosso, di operai e di artigiani che sono vissuti nell’indifferenza e nella sopraffazione. Chi “alluccava” per il dolore veniva scambiato/a per un/a ignorante o “vaiassa”; chi aveva paura era uno sporco connivente. Bisogna restituire dignità alla storia di questa gente; “noi”della sanità abbiamo bisogno di sentirci “dentro”, altrimenti ce mettime scuorne.

In qualche modo la storia deve riconoscere le fatiche, le ansie, gli impedimenti, la povertà di chi, come i miei genitori, nella loro ingenuità ed ignoranza, si facevano raccomandare dallo strunzo politico di turno, ed ecco perché so fernuto curnuto e mazziate. La chiesa in verità non ha mai fatto un granché se non nell’ambito delle sue mansioni. Don Rasselo, ultimo prete operaio, fu condannato per pedofilia. Si era permesso di convertire una famiglia camorrista. Gli eroi hanno solo le loro parole. La gente pur con una malattia irreversibile credeva che senza l’aiuto non ce l’avrebbe fatta a prendere l’invalidità o l’accompagnamento. Gli altri per lo più vendendo le sigarette “sfuse” credevano di essere rispettati. Ce l’ha insegnato “L’Oro di Napoli”, la vallata Sanità non è ne migliore né peggiore, così come tutta la “normalità” dei suoi abitanti. [+blogger]

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