Dopo tre mesi ancora siamo alle prese con una informazione lasciva e pieni di pregiudizi. Chiusura, apertura, poi richiusura … alla fine è colpa della gente. Tra poco ci diranno che il virus covid-19 l’ha creato Tiziano ‘o tarallaro e vascio ‘e mmura. E’ imbarazzante chiedere a qualcuno come deve o non deve comportarsi in virtù di un pandemia che è stata definita diversa a seconda delle situazioni e delle circostanze. In Lombardia ci sono ancora 400 contagi al giorno e il suo Governatore parla di apertura già da due mesi. Tutti protestano ed hanno ragione. Hanno ragione di una epidemia che soddisfa la sfera economica di pochi, come del resto il neoliberismo economico ha sempre fatto, e gestisce l’immediato senza programmare né ripensare ad un modello altro. Oggi siamo minacciati dai presidenti delle regioni d’Italia che invocano il diritto di chiudere di nuovo le città, qualcuno si ribella, ma in questo caso i colpevoli sono ben protetti. Gestire l’immediato crea eroi immediati (come il nostro Governatore), avvicina la solidarietà sottomessa e crea spazi interminabili tra l’emergenza attuata e quella pregressa. Questa gestione della crisi, è una gestione antica, che emerge adesso in tutta la sua drammaticità. Una cosa è l’autonomia, un’altra è fare quello che cazzo si vuole senza cognizione di causa. Vale la massima: gestitevi la crisi. Ma la mia gestione quale deve essere? Intanto per me siete tutti infetti, io sono il sano, voi siete portatori di inadeguatezza e di malattie. E’ assurdo ma così ragiono.
L’enorme scontro politico, infimo, parte dall’anonimato della gente che, chiusa in casa, cerca di proteggersi e proteggere gli altri. Più che risolvere l’emergenza, il nostro paese dilania le ultime risorse mentali, puntando sulla disinformazione. Così alcuni giornali del nord e del sud che sputano sentenze nell’incoerenza generale. L’Italia è più vicina?, no, l’Italia è più lontana. Amiamoci, e nel silenzio i colpevoli cantano vittoria. Aiutati che dio ti aiuta: nella bibbia c’è scritto: “porgi l’altra guancia”, ma non c’è scritto invece: fattelo mettere dietro. Scusate l’eccessività, ma leggere una parte di stampa è veramente paradossale incivile, sì, questo siamo, in parte diventati in questi giorni, incivili più di prima. La nostra stampa nazionale è scesa ad un livello così basso che la volgarità di cui sopra non ha esibizioni né conseguenze. Gli attacchi al sud, il nord che invece non deve varcare i confini, uno schifo totale che si ripercuote sulla gente che, ancora adesso, non continua a capire un cazzo di nulla. Ecco, chi scrive ha la mente malata e il risultato di questo riscontro è la pandemia riflessa nei servizi mediatici.
Quale divisione ha creato questo stato di cose? In me ha creato un nuovo spazio di vita, lacerato nella sua istantaneità. Ha diviso quella mia parte di animo solidale. Ha innescato una riserva costante della paura dell’altro, presente e ben definita nella sua totalità. Il futuro che già mi spaventa, adesso mi terrorizza. Bisogna continuare a vivere nella propria casa. Bisogna continuare a vivere precari e senza possibilità. Bisogna vivere senza, come ho già scritto in precedenza, vivere per ricordare, per scrive, per criticare eccessivamente come adesso sto facendo io. Vorrei sbagliarmi, così riconoscendo un torto, innesco un esempio che spero sia ripetuto (bhà). Nella consapevolezza che riconoscere un proprio torto è peggio dell’attuale tragedia. [+blogger]