Ho comprato un paio di occhiali nuovi, ne ho bisogno visto che quelli che ho sono ormai distrutti. Non mi stanno molto bene, e ho preferito prenderli con i vetri colorati d’arancio. Quando li ho messi ho iniziato ad avere meno paura della guerra. Quello che sta succedendo è terrificate. Come la pandemia? Peggio, molto peggio. Proprio perché c’è un linguaggio invertito: due anni fa si diceva che eravamo in guerra e oggi che c’è un virus catastrofico. Ho pensato di indossare un filtro, come quelli che si usano nei montaggi cinematografici. Effetto antico, sfocatura, color correction, i miei nuovi occhiali mi trasportano nel passato. I muri delle pareti di casa hanno un significato differente, così come quando esco fuori, la strada, il cielo e il sole, hanno un’altra “espressione”. Anche la gente è vestita con abiti differenti.
Mi fa piacere vedere l’antico, anche se so che il passato non è immune dalle atrocità. Ma quello che percepisco adesso è vedermi, e vedere gli altri, in un film di Mario Camerini. Quella semplicissima storia d’amore, quella complessa vicenda lavorativa, impersonati da Vittorio De Sica e Lya Franca, è lontana anni luce dall’ipocrisia e dall’avarizia. Amo vedere quei volti puliti. Adesso vedo così, grazie all’arancio che mi suggerisce altre sensazioni. Il telegiornale a colori mi proietta verso il futuro, cosa che per ora non voglio capire, perché ho compassione. Non mi interessa. Voglio invece parlare ai miei figli del film: “Gli uomini che mascalzoni”. Voglio discutere con loro delle mie scelte visive e delle mie preoccupazioni. Discutere con loro, anche se una ha otto anni e l’altro appena cinque.
L’altro giorno Caterina mi ha chiesto della Guerra Ucraina/Russia. Ero frastornato, anche perché non avevo ancora gli occhiali. Ho pensato di farle io una domanda: cosa è la guerra? Mi ha risposto allo stesso modo di come mi avrebbero risposto molti altri bambini: “ci sono i cattivi e i buoni, ma non so chi sono i cattivi e chi sono i buoni”. Poi ha espresso il desiderio di scrivere un articolo sul suo nuovo blog. Ha postato anche una foto e una poesia di Ghandi. Stasera a tavola propongo di vedere “Quattro passi fra le nuvole”, altro film in bianco e nero, per l’occasione mi toglierò gli occhiali. [+blogger]