I falsi miti di un quartiere che ogni giorno spazza vie le sue paure. Dietro ogni angolo trovo generalizzazioni, concetti troppo difficili, per qualcuno, d’affrontare. Una mamma, un papà, una ragazza con rossetto e labbra carnose. Un vicolo fatto di tufo, con le case “insabbiate” color cenere. Sbilancia uno qualunque che per questi luoghi non può esistere. Il silenzio è connivenza, la paura è dei codardi: belle parole che smuovono le masse digitali.
È sempre colpa degli ignoranti? È sempre colpa di chi le regole dovrebbe insegnarle, perché non le conosce neanche lui? La disamina di questi luoghi è sorprendente, ma non differente ad altri luoghi. La gente è diversa, menomale: rozza, signorile, scostumata, civile, irresponsabile, premurosa. Perché poi un incivile di Rovigo si differenzia così tanto da un maleducato di Catanzaro? Anche un presuntuoso di piazza Vanvitelli ha la meglio su di un saccente di vico delle Carrette. Insolubile soluzione carnale. Ma le opposizioni in termini portano a gridare viva il re. Sciocchezze o no, gli stadi ne sanno qualcosa. Così come una politica sorniona che s’appoggia sulla masse decostruendo, pingue nelle fattezze e immorale nella consistenza.
Come si può pensare di non rubare se chi guadagna 150mila euro dice di essere sfruttato sul lavoro? Come si può pensare di essere virtuosi se un prete vive in un appartamento di 500 metri quadri? Meraviglia scuote gli animi degli spacciatori, così come il procuratore si arricchisce senza fare un cazzo. A quale modello mi devo rapportare? Devo seguire l’anima del pentito?
Poi la morale o la disonestà per essere tacciato, l’impoverimento di una retorica che svilisce sempre di più questo rione. Ogni giustificazione è buona per non seguire la rettitudine. Io, così come la ragazza con il rossetto e le labbra carnose, proprio non so cosa fare, cosa seguire e con chi rapportarmi. Con cristo o senza di cristo, l’illusione di spazzare via le paure, vivendo in una casa insabbiata, sbilancia uno qualunque che, come me, ogni giorno deve nascondere la sua educazione [+blogger]