Leggo sul sito di Repubblica Napoli che hanno accoltellato un altro minorenne in piazza Sanità. L’articolo è stato scritto da Conchita Sannino che ad un certo punto afferma: “Ed è come se il rione non trovasse tregua – nonostante il boom turistico verso le Catacombe che ha portato più economia e cambiato il volto dei luoghi – come se il braccio di ferro non smettesse mai.”
È su queste ultime righe che intendo soffermarmi. Sig.ra Sannino “Il braccio di ferro” non può mai finire se non finisce prima la chiusura forzata del quartiere. In questi anni sono state soppresse così tante strutture che a confronto il ghetto di Venezia è (era) un luogo ameno e felice. Mi spiego. C’è un solo ufficio postale nel quartiere grande circa 10mq a fronte di una popolazione di 40mila abitanti; le scuole superiori sono state accorpate e poi chiuse, esempio la scuola Caracciolo; una biblioteca con oltre 80mila libri scomparsa nel nulla; un consultorio che lavorava benissimo soppresso, per non parlare della totale chiusura dell’ospedale san Gennaro, e dei parchi ristrutturati (con diversi milioni di euro pubblici), e poi abbandonati a se stessi; e cosa dire dell’ossario delle fontanelle riaperto solo grazie alla gente del posto, altrimenti quest’ultimo sarebbe ancora in una vergognosa agonia. Inoltre hanno chiuso: la fabbrica di Mario Valentino, la banca alla via Arena alla Sanità, la posta alla via delle Fontanelle, il Mendicicomio della via Cristallini; la salita dello Scudillo… C’è dell’altro, ma mi fermo qui.
Il turismo da solo ha la capacità di “civilizzare” perché ha carattere economico e non sociale. Le pietre sono inanimate e se pur “contente” di essere riosservate non contribuiscono a migliorare lo spirito. Il gap tra gli abitanti e le istituzioni è così grande che non ha bisogno neppure di essere provato. La scissione è così forte che mi inasprisce a tal punto da non considerare più questi eventi come straordinari.
Tutte queste mancanze, che passano inosservate, non fanno altro che normalizzare situazioni problematiche e di disagio che da anni vive il nostro quartiere. Le argomentazioni di cui sopra hanno alimentato l’indifferenza da una parte e dall’altra. In questo spazio che si è aperto, con l’aumentare del turismo nel rione, ha cristallizzato i processi organizzativi facendo nascere nuove aspettative e indebolendo sempre di più la volontà cittadina (c’è un legame debole che si assottiglia sempre di più: da una parte le Istituzioni incapaci di gestire, dall’altra i cittadini indifferenti a collaborare nel tempo). Non si possono perdere in poco più di 5 anni, presidi di legalità come la scuola e l’ospedale, é nu scuorn… e si sa, chi prova vergogna si nasconde sempre. [+blogger]