le irrisolte problematiche del rione

Sui territori (Fontanelle, Sanità, Miracoli, Vergini) che, per comodità, chiamiamo “rione Sanità”, secoli di emarginazione non sono facili da superare, ma – partendo dai diritti fondamentali da rispettare – non si può sbagliare, poiché essi riguardano l’intera popolazione di questi antichi rioni popolari. Ogni rione è un insieme di persone, una diversa dall’altra, con bisogni fondamentali comuni ma anche con diritti non equamente riconosciuti a tutti e il rione Sanità ha tante problematiche irrisolte. Nonostante ciò nella Sanità c’è la presenza di tante realtà: sportelli di ascolto, educative territoriali, scuole, parrocchie, doposcuola, reti sociali, volontariato. Ma c’è anche la presenza del centro “La Tenda” per i senza fissa dimora, la “Pastorale Carceraria” per i detenuti, l’Istituto Sant’Antonio La Palma” per i migranti, “Crescere Insieme” per persone in difficoltà, una “Casa Famiglia” che accoglie donne vittime di violenza, le residenze protette per persone con disagio mentale: insomma è un rione emarginato che aiuta gli emarginati. Partiamo da questa premessa per ribadire che i diritti fondamentali sono negati alla stragrande maggioranza degli abitanti della Sanità. Alla base di questi diritti vi è il diritto alla vita: ad una vita vivibile. In questa “scheda documento” ne tentiamo un elenco.

Diritto al lavoro, diritto alla casa
L’elevato tasso di disoccupazione può e deve essere contrastato coniugando gli interventi sociali, culturali, scolastici, sanitari…. con il diritto al lavoro: lavori socialmente utili (quali ad es. la raccolta differenziata rifiuti) nei quali coinvolgere i disoccupati del territorio. Una percentuale elevata di cittadini (napoletani o immigrati) abita in bassi, ammezzati e case malsane; il tessuto urbanistico è caratterizzato da numerosi edifici malridotti, per carenze pluridecennali di manutenzione straordinaria, e anche poco sicuri. Le pubbliche istituzioni hanno il dovere di promuovere (ma non s’intravede alcun progetto) una riqualificazione totale del territorio, basato sul diritto a una casa vivibile, a edifici sicuri e presentabili, a un reticolo di strade da rendere sicure, ben illuminate e di gradevole aspetto: questi interventi possono ridare diritto alla casa, diritto a un territorio vivibile, coniugando progetti di riqualificazione con il diritto al lavoro per centinaia di disoccupati; sarebbe, questo sì, un vero atto di contrasto alla camorra.

Diritto alla vita, diritto alla salute
La chiusura dell’ospedale san Gennaro costituisce un danno notevole, essendo venuto a mancare un presidio sanitario a portata dei bisogni di una collettività in gran parte emarginata, composta da molti anziani – tanti, per motivi economici, non si curano più – ma anche da una notevole quantità di minori, essendo uno dei territori più densamente popolati della Città, con alta natalità e bassa età media delle neo-mamme. Dal giorno della chiusura dell’ospedale (21 novembre 2016) forte è l’impegno sul territorio affinché questo presidio sanitario accolga una pluralità di ambulatori specializzati e nuovi reparti: la trattativa con la ASL NA1 ha individuato e programmato la realizzazione dei reparti SUAP, HOSPICE, OSPEDALE DI COMUNITA’. Di essi attualmente ha aperto solo il reparto Suap, da 1 mese, ma ospita un solo degente perché mancano 5 infermieri e 4 operatori socio-sanitari; è urgente completare l’organico. Gli altri reparti non sono stati ancora realizzati e di essi chiediamo l’immediata apertura.

Le irrisolte problematiche del “rione Sanità”
(Sanità-Fontanelle-Miracoli-Vergini)
2 I servizi sociali I reiterati tagli alla spesa pubblica, da parte dei governi nazionali da un decennio in qua, hanno penalizzato in primo luogo – anche nei nostri territori – i servizi sociali. I disturbi psichici, non rari sul territorio, hanno nel locale “Centro di igiene mentale”, con i suoi vari presìdi sul territorio, un servizio di eccellenza, penalizzato
però dal conferimento di fondi insufficienti per le attività di recupero, nonché dal taglio degli operatori. L’impegno del servizio sociale del territorio, allocato lontano dal rione, non riesce ad affrontare le notevoli emergenze, specie delle famiglie più emarginate: l’organico delle assistenti sociali e degli educatori è insufficiente a fronteggiare evasione scolastica, supporto alle famiglie a rischio e disagiate; si propone il rafforzamento di tale organico per poter far fronte alle notevoli emergenze; inoltre la sede delle assistenti
sociali della Municipalità ha locali insufficienti. Ultradecennali sono le vicende delle “case di riposo” per anziani soli, autosufficienti o parzialmente autosufficienti: il presìdio “Card. Mimmi” ai Miracoli e il c.d. “Mendicicomio” in via Cristallini sono il simbolo – da un quindicennio – del venir meno sul territorio di luoghi di accoglienza idonei a dare una risposta ai diritti degli anziani; il centro di accoglienza “Mimmi”, con lo scorrere degli anni, è praticamente agli sgoccioli: con uno o due anziani ivi alloggiati, senza alcun servizio alla persona… e si tratta di ben due edifici! Il Mendicicomio, oggetto di un notevole intervento (con fondi europei) di manutenzione straordinaria – per restituirlo ai diritti delle persone anziane – è tuttora chiuso: ultimati gli accurati lavori di manutenzione straordinaria, il complesso di via Cristallini è da tre anni in attesa di riaprire ai diritti degli anziani; l’intero enorme edificio è stato oggetto di qualche devastazione. Non c’è personale per riaprirlo: occorre coinvolgere le reti sociali ed educative, il volontariato, ma anche e soprattutto la Regione Campania che ha competenze e fondi in materia sanitaria; le diverse – e spesso conflittuali – composizioni dei governi (nazionale, regionale, comunale/municipale) non devono penalizzare i diritti delle persone: anziane e non.

Il diritto alla formazione
Ad alcuni validi poli formativi statali, non corrisponde sui nostri territori una adeguata realizzazione del diritto allo studio e alla formazione, dalla nascita in poi; in quartieri densamente popolosi, di alta natalità, di precoce maternità, manca ancora l’asilo-nido comunale: più volte, programmato presso il plesso “Lombardi” alle Fontanelle, l’asilo-nido comunale resta di là da venire; mancano i fondi (anche se, di recente, sembrano
essere stati erogati) ma di fatto restano inattuati i diritti delle famiglie: di genitori e bambini. Sembra poco frequentato – e da potenziare sotto il profilo delle relazioni con il territorio – l’Istituto statale comprensivo sito nel rione “Miracoli”. Essendo la “succursale” della sede centrale, che funziona in modo eccellente a piazza Dante, risente della sua periferizzazione: poco pubblicizzata, non opportunamente finanziata – forse – sotto il profilo dell’attività formativa. Continua, sul territorio, a mancare la Scuola media statale di primo grado: le sezioni, ai “Miracoli” ed alle “Fontanelle”, sono quantitativamente insufficienti per le esigenze del territorio. Purtroppo in questi ultimi decenni tanti istituti medio-superiori del rione sono stati chiusi e l’unico istituto che rimane, il Caracciolo, è a rischio chiusura: la sede di via Santa Maria Antesecula rischia la chiusura per impoverimento dell’offerta formativa (alcuni indirizzi di studio sono stati spostati in altra sede pur essendo molto richiesti sul territorio). L’intero edificio, nel cuore della “Sanità”, ospiterà d’ora in poi solo sei classi; è l’anticipazione della chiusura. L’elevato tasso di evasione scolastica si concentra nel biennio dell’obbligo della scuola media superiore. Per quanto riguarda il plesso “Caracciolo” di via Santa Maria Antesaecula, sono stati rilevati dalla “Rete del rione Sanità” i dati della evasione scolastica nel biennio: in essi l’evasione – bocciature, dovute soprattutto alle assenze – è stata, nell’ a.s. 2016-17, del 74%: un dato scandaloso che a fine anno scolastico 2017-18 ci è stato impedito di verificare sui ‘quadri’ della sede centrale. E’ urgente un’iniziativa che imponga al Ministero della Pubblica Istruzione il disaccorpamento delle scuole pubbliche che si trovino in realtà a rischio, poiché l’evasione scolastica favorisce il proliferare della possibile manovalanza delle organizzazioni delinquenziali: una nuova legge deve perciò abolire gli accorpamenti, d’ora in poi, nelle realtà sociali a rischio. Inoltre, è urgente che in tali territori, a rischio criminalità organizzata, sia realizzato il “tempo pieno”, anche coinvolgendo il territorio: è urgente realizzare una opportuna rete educativa per coordinare i vari interventi sul territorio.

3 Il diritto alla mobilità
Nell’ultimo decennio sono stati soppressi, nella “Sanità”, i seguenti autobus: 1 – Linea 68 (da piazza Cavour a piazza Garibaldi): una linea di collegamento immediato che, dall’area sottostante il rione Sanità, collegava la zona con la stazione ferroviaria di Napoli centrale; 2 – Linea C55, istituita nel 2012: soppressa due anni dopo. Il percorso perimetrava l’intero centro storico: da piazza Cavour – in fondo a via Villari – ‘circumnavigava’ il centro storico transitando per piazza Dante – piazza Bovio – Corso Umberto – via Duomo, fino a concludersi in piazza Cavour; 3 – Linea C53 (da piazza Scipione Ammirato al Cimitero storico delle Fontanelle): collegava il rione Materdei
con il rione Fontanelle, costituendo un mezzo di trasporto utile a residenti, studenti e turisti; 4 – Linea C51 (piazza Cavour – cimitero storico delle Fontanelle): soppressa, incredibile a dirsi, nelle sue ultime due fermate, in occasione del “Maggio dei Monumenti” di quattro anni fa, ma definitivamente soppressa in tutto il suo percorso (da piazza Cavour al “Cimitero delle “Fontanelle”) dal 1° settembre 2018; 5 – Si lamenta inoltre che la linea C52, diretta all’Ospedale San Gennaro, transita ogni 40’ ed occorre
intensificarla. Il servizio di pubblico trasporto più efficiente sul territorio resta la coppia di Ascensori-Sanità sita presso il “Ponte Maddalena Cerasuolo”. Occorre ripristinare le linee C55, C53 e C51; occorre inoltre che la A.N.M. informi la cittadinanza in occasione della sospensione del servizio degli ascensori nei casi di manutenzione, ordinaria o straordinaria.

Il diritto alla vivibilità
Si è parlato, da parte di alcuni organi di informazione, del “modello – Sanità”, intendendo con questa espressione l’incremento delle visite guidate, dei “bed and breakfast”, dei nuovi murales che ornano il rione, delle “notti bianche” in una parte limitata del territorio, del proliferare di pizzetterie, rosticcerie, e simili. Agenzie turistiche, operatori commerciali hanno incrementato questi flussi; alcuni settori economici ne hanno beneficiato; ma, la stragrande parte della popolazione ha fruito di scarsi benefici. Anche il turismo va disciplinato, per evitare le presenze mordi – e – fuggi con scarsa ricaduta sul territorio, ad eccezione di qualche pizzeria e di alcuni bar. Il turismo non può limitarsi a favorire alcuni commercianti o la rendita di chi – magari
sfrattando il diseredato – trasforma il basso o l’ammezzato in esercizio commerciale o in b&b. Ciò sta comportando sfratti, aumento dei canoni d’affitto, chiusura delle botteghe artigiane, cominciando a perdersi la valenza specifica del quartiere, la sua “umanità” accogliente, che fa del territorio un rione multietnico, con notevole presenza di srilankesi, ucraini, rom, …

Il diritto allo sport
Gli impianti sportivi, piccoli e grandi, (alle Fontanelle; al Parco san Gennaro; dietro l’ex Ospedale San Gennaro), alcuni chiusi e/o in rovina, non sempre gestiti nel rispetto delle regole, sopravvivono per i pochissimi giovani che ancora frequentano qualche sport, tra un campo di calcio pieno di pietre e campetti da noleggiare. I tagli ai Comuni hanno penalizzato il diritto allo sport, come momento di necessaria crescita psico-fisica. Lo
sport è antidoto fondamentale per prevenire ogni forma di manovalanza delinquenziale: ma, questo antidoto non c’è, né viene programmato. Un’ottima palestra coperta, nella parte alta del rione Fontanelle, è sottoutilizzata e per nulla “promossa” dalle istituzioni. Presso il complesso scolastico ai “Miracoli”, si potrebbero realizzare attività sportive, da svolgersi gratuitamente. La tendenza a dare in affidamento aree sportive a privati non favorirà l’attività sportiva, ma la negherà ai ceti meno abbienti. E’ urgente inoltre il potenziamento ed il ripristino, nonché la manutenzione periodica, delle aree-giochi
per i bambini: in piazza Cavour, in piazza Miracoli, nel Parco san Gennaro, nell’area-giochi alle Fontanelle…

Il diritto ai giacimenti culturali
Come è noto, è la cultura la leva che fa crescere, maturare, e rendere civili le nuove generazioni. ma gli stessi giacimenti culturali necessitano di interventi importanti che tutt’ora latitano. 4 La comunità parrocchiale di Santa Maria alla Sanità e la “Fondazione san Gennaro” hanno realizzato un netto miglioramento per giacimenti come le catacombe di san Gennaro (a Capodimonte) e di San Gaudioso (nel rione Sanità) ed hanno promosso notevoli iniziative, come l’orchestra dei giovani musicisti con sede nel rione, un ring per la pratica del pugilato, un centro di registrazione tecnica per prodotti multimediali etc…. Gli artisti di strada hanno realizzato 14 murales sul nostro territorio.
Tuttavia lo Stato, le pubbliche istituzioni non sono economicamente in grado di realizzare quegli interventi – di propria competenza – che migliorino i giacimenti culturali. Il Museo dedicato a Totò è in costruzione da circa 23 anni: si realizzerà?

Il “Cimitero storico delle Fontanelle” non è gestito in modo opportuno: riaperto da un’occupazione popolare dieci anni fa, è privo dei requisiti necessari ad un giacimento culturale. La gestione dei giacimenti culturali deve essere realizzata coinvolgendo le realtà socio-culturali del territorio. L’antica strada romana dello Scudillo, a monte del rione Sanità, è chiusa da 32 anni e non c’è alcun progetto di riapertura, riqualificandone il ruolo sia come polo turistico (storico-ambientalistico) sia a favore della mobilità/sicurezza sul territorio (rapido percorso verso il pronto soccorso dell’ospedale “Cardarelli”, dopo la chiusura di tre spedali della zona). Manutenzione ordinaria/straordinaria; monitoraggio del territorio: diritto alla sicurezza Molte delle antiche piazze e strade dei nostri rioni hanno scarsa illuminazione, versano in stato di notevole degrado, aggredite da buche, da topi e blatte volanti: occorre una riqualificazione urbanistica degli edifici del quartiere, curandone la messa in sicurezza e il rifacimento delle facciate. Il patrimonio edilizio è degradato e avrebbe bisogno di un urgente intervento (“progetto Sirena”, “bonus-sisma”) di manutenzione straordinaria.

Le pochissime aree pedonali (via Misericordiella; in piazza Sanità; in una parte di piazza M. Pagano; in via Vergini) sono oppresse o dallo sfrecciare ininterrotto di veicoli a 2 ruote o da parcheggi di veicoli a 2-4 ruote o da mastodontiche esposizioni di merci che ostacolano la pedonalità: in queste poche aree pedonali, prossime a giacimenti culturali (ad es. palazzo dello Spagnolo; la chiesa di Santa Maria della Sanità, con le sue catacombe) sfrecciano, ad alta velocità, inquinanti veicoli a due ruote in centinaia al giorno. La totale assenza della Polizia locale favorisce l’ordinaria illegalità diffusa. E’ opportuna l’istituzione di una unità operativa della Polizia locale sui nostri territori: si propone la sede (parzialmente occupata dall’isola ecologica della A.S.I.A.) sita in vico Arena della Sanità: urge la presenza costante di vigili urbani, che quotidianamente monitorino il territorio. La “Rete del rione Sanità”, partendo da questo documento, intende aprire – unitamente ai soggetti sociali interessati – una vertenza con gli assessorati comunali competenti, nonché con la Municipalità e – ove occorra – con le altre istituzioni, proponendo singole vertenze che affrontino le gravi carenze del rione Sanità. [la rete del rione Sanità]

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