In poco meno di 10 anni la scuola Francesco Caracciolo, che un tempo contava 800 iscritti, è stata distrutta da una scellerata gestione. Ho raccolto, in tutti questi anni, abbastanza prove per affermare che i dirigenti, e alcuni professori, erano prevenuti nei confronti del quartiere Sanità. In una pubblicazione del 2011, scritta da un sociologo e da una giornalista (Moretti/Massa), dal titolo “Rione Sanità” storie di ordinario coraggio e straordinaria umanità – Ed. Carta Bianca, l’ex preside Mariarosaria Pangia affermava che, citando un’ operatrice della casa dei Cristallini che aveva avuto come studenti ragazzi della Caracciolo e contemporaneamente lavorava con l’ASL 44 Chiaia/Posillipo/Mergellina (ricopio fedelmente): qui queste classi intere di ragazzi semianalfabeti, lì i ragazzi che, pur facendo il professionale, venivano da genitori professionisti, e ha potuto toccare con mano che parole come insegnante, studente, famiglia, scuola, a Chiaia significano una cosa, alla Sanità un’altra. Sempre la stessa dirigente affermava, in un delirio tutto kafkiano: “qui una parte consistente di ragazzi è pressoché abbandonata dai genitori […]”. L’intervista è tutta un vaneggiamento, non posso scrivere tutto il capitolo ma sarebbe opportuno leggerlo per intero (pagg. 137-148). Nelle prime pagine la dirigente afferma: “Sono tanti quelli che hanno un genitore che ha avuto problemi con la giustizia, e anche tra i ragazzi ci sta chi è nelle stesse condizioni […]” E ancora, sostiene, statisticamente, che 1 ragazzo su 5 ha questo tipo di situazione. Il dato così sembra essere rilevante ma, se viene capovolto, posso contestare alla ex preside che ben l’80% delle famiglie e degli alunni, hanno comunque un vissuto tranquillo e onesto, magiari figli di operai, di venditori ambulanti, ma onesti e forse ignoranti, se non avessero avuto insegnanti del genere.
Meglio della Pangia ha saputo fare un altro insegnate il sig. Dario Spagnulo, che tra il 2005 e il 2006 aveva stilato nientedimeno che una statistica “regolamentare” con tanto di testo a domande multiple per le prime classi. La conservo ancora. L’autore chiedeva agli alunni come arrivavano a scuola, cioè se arrivavano a piedi, in Autobus, Motorino, Auto, Bicicletta, metropolitana, altro. Nel commento finale si leggeva, visto che 50 su 69 rispondevano che arrivavano a piedi: Studenti che scelgono un istituto superiore semplicemente per la vicinanza mostrano di essere già in partenza scarsamente motivati allo studio. Il top delle assurdità si raggiungeva quando il professore faceva la domanda: “Quale lavoro vorresti svolgere da grande?”. Solo12 sui 69 ragazzi rispondevano che non lo sapevano ancora, mentre tutti gli altri, ben 57 rispondevano in svariati modi: parrucchiere (tot.9), operatore turistico (tot, 9), grafico pubblicitario (tot, 5), ragioniere (tot, 4), fino ad arrivare a imprenditore, artista, ecc. Attenzione. Questo il commento dell’esperto prof. “In effetti, domandando quale lavoro gli studenti vorrebbero svolgere, emerge con molta chiarezza una diffusa insicurezza”. La maggior parte di studenti risponde di non aver ancora le idee chiare. Insomma se non è chiaro ora chi ha reso questo rione ancora più analfabeta, può essere invece letale il fatto che nessuno ancora ha ammesso le sue colpe. Oggi gli slogan del quartiere e il modello Sanità hanno fatto scivolare ancora di più nell’oblio fatti e circostanze che se presi singolarmente hanno la capacità di fare ancora più male dei camorristi; perché se prima erano visibili le vergogne di un intero rione, oggi si celano sotto la cappa dell’indifferenza, della pizza sospesa, degli eroi di turno, tutti salvatori della cultura del bello e della amata terra Sanità. [+blogger]