prof. e genitori

L’accusa del fallimento della Scuola Francesco Caracciolo è sempre stata attribuita alle famiglie della Sanità, poco inclini a mandare i figli alle scuole superiori. In un libro del 2011 di Cinzi Massa e Vincenzo Moretti, dal titolo “Rione Sanità” (storie di ordinario coraggio e di straordinaria umanità), ed. ediesse,  Mariarosaria Pangia, ex direttrice dell’Istituto, esordisce con questa affermazione: Sì, perché la famiglia quando non è ostile o assente, delega, non dialoga con noi, e questo è un bel problema [pag. 137 – righi, 12/13/14]. Riferendosi alla scuola Bernini di Mergellina e facendo una comparazione con la sua scuola: qui queste classi intere di ragazzi semianalfabeti, lì i ragazzi che, pur facendo il professionale venivano da genitori professionisti, e ha potuto toccare con mano che parole come insegnante, studente, famiglia, scuola, a Chiaia significano una cosa, alla Sanità un’altra [pag. 138 – righi 12/13/14]. E ancora. Qui una parte consistente dei ragazzi è pressoché abbandonato dai genitori… [pag. 139  – righi 11/12]. Altre considerazioni: …perché in questo rione tutti hanno il problema di far vedere che sono leader, e leader per loro significa in buona sostanza, essere prepotenti verso il più debole [pag. 145 – righi 16/17/18].

Bisognerebbe leggere il testo in modo integrale per capire tutta la tragicità delle dichiarazioni. Questa eccessiva difesa da parte degli insegnanti delle scuole a rischio, ha innescato un effetto boomerang prima sulla qualità della scuola, poi sul rapporto genitori/professori. E’ ormai conflittuale pensare che un insegnante voglia sostituirsi ad un genitore e viceversa. Generalizzare su un quartiere intero è sciocco, senza tenere conto che in passato, nella scuola della via santa Maria Antesaecula, non solo si formavano decine di classi e si iscrivevano centinaia di studenti, ma il livello d’istruzione e di apprendimento era sicuramente superiore per qualità e impegno. Gli esempi della direttrice sono pessimi anche se poi tende a spiegare che non bisogna fare di un erba un fascio, e che anche alla Sanità c’è gente perbene: …ci tengo pure io a sottolineare che quello che sto facendo non è un discorso generalizzato, che ci sono anche tante famiglie che seguono i propri figli… [pag. 139 – righi 25/26/27].

Il discorso che in napoletano si direbbe “sciacco e medeco”, ossia racconto il buono e il cattivo, non ha valore se le accuse per discolpa sono continue e a tratti razziste. Non si può affermare che gli studenti della scuola Caracciolo comprendono il significato di scuola o di famiglia in modo differente da come lo comprendono gli studenti della scuola Bernini. Queste definizioni lombrosiane, per sapere chi è più intelligente, possono essere riferite ai cani o ai gatti. E come dire che, per fare un altro esempio, un ospedale chiude perché i malati sono troppo ammalati. Per concludere, basterebbe che noi genitori facessimo la parte dei genitori, dialogando senza remore con i professori e che quest’ultimi, per capacità e competenze, avessero l’umiltà di insegnare più che giudicare. Piccola postilla sono un prof. anche io, precario, senza lavoro, ma da anni iscritto nelle liste del MIUR. [+blogger]

Approfondimenti

Istituto Caracciolo… che assurdità!

Buon natale all’Istituto Caracciolo

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