il bando dell’ossario

Pronti ad aprire il cimitero delle Fontanelle, basta fare una gestione privata. Ho letto da qualche parte che bisogna pagare il biglietto di euro dici, per fortuna gli abitanti della Municipalià3 sono esenti. Gestione turistica e non di culto. Bene. Le epoche cambiano, giusto cambiare anche mentalità. Ma la mentalità capitalistica è vecchia, anzi, vecchissima, germi della sua creazione si possono rintracciare nell’età medioevale. Noi invece a Napoli, nel nostro rione, amiamo parlare di economia circolare. Vediamo di cosa si tratta, nel dettaglio.

Appena entriamo nel rione, dalla porta del quartiere, Porta san Gennaro, luminarie si accendono dando vita alla sagoma del principe Antonio de Curtis. Dall’altro lato della via Crocelle la sua poesia, anch’essa s’illumina d’immenso. Via Vergini è sempre occupata dalle auto, troppo stretta per essere un mercato turistico. Sempre alla via Vergini, Supportico Lopez, ci assalgono bandierine di tutti i colori e di tutte le nazionalità. All’inizio di via Cristallini si possono invece ammirare centinai di stampe, personaggi dello spettacolo e della letteratura: Carosone, Loren, Eduardo, Scarpetta, ecc. Se ci spostiamo nell’ex mercatino della frutta e verdura, altri centinaia, questa volta il gusto è più filosofico, di cappelli di colore diverso tutti comprati a buon mercato.

Camminando per via Arena alla Sanità, le panchine pubbliche sono state sostituite con i tavolini privati. Avevano decantato, qualche anno fa, il restyling di questa via restituita alla gente grazie ai diversi benefattori. Oggi è un’area quasi tutta privata, si continua a camminare malissimo. Fino a piazza Sanità, più che in un quartiere storico sembra di essere in un “parco giochi”. I negozi si stanno attrezzando per accogliere sempre più visitatori, il folclore è “l’arma” per raccontare il rione. Così come i prezzi degli affitti saliti alle stelle. Buon giorno, vuole comprare una casa per fare un b&b?! Ha voglia di investire in un basso per i turisti smaniosi di respirare gas di scarico?

Ma questo è solo un punto di vista. Il cimitero delle Fontanelle è prima di tutto un luogo culturale, un luogo triste, religioso e di speranza. Ci sono ossa vere in questo luogo, non le imitazioni per studiare osteologia. C’è la dignità della famiglie, c’è la storia della famiglia, non la sua iconografia. L’ossario ha restituito la vita al morto e la storia di tutti i suoi cari. “E’ muort e subbete” non erano numeri, come qualcuno vorrebbe farci credere, ma persone. Il culto delle anime purganti ha riavvicinato la parentela. Infatti molti uomini, donne e bambini, sono pressappoco sconosciuti nell’ossario, sono morti anonimi. Il culto, le preghiere, la costruzione dello scarabattolo, ha ridato dignità all’ignoto. Gli ha dato un nome che aveva e che era andato perso. Lo ha pulito e curato. Lo ha posto nel mondo dei morti riconoscendolo tale, gli ha restituito il suo percorso di vita e la sua intima personalità. Il culto delle anime purganti continua nella vita.

Abbiamo il dovere di reagire se il quartiere viene barattato per la migliore offerta di soggiorno o per il migliore percorso turistico. Le bandierine colorano, così come si vuole credere delle abitudini popolari. Reagire, non significa non accettare il cambiamento, significa invece plasmarlo, ricordare il passato e raffigurarlo con il presente. Insomma, mischiarlo, ricordando le differenze e le somiglianze, il bello e il brutto, la forza e la debolezza. L’interazione tra il mondo dei morti e quello dei vivi, non deve mai finire. Dobbiamo scegliere di ricordare, in questi casi, e non di occultare. Perché la memoria storica della nostra esistenza deve essere eterna. Ripeto: Il culto delle anime purganti continua nella vita. [+blogger]

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