il rione… scritto da una parte

Circa trent’anni fa, ero appena adolescente, sostavo spesso tra la via santa Maria Antesaecula e il vico Palma, prima di conoscere piazzetta san Severo e i nuovi amici della parrocchia omonima. Con la bici ero spesso in strada, a volte anche la mattina presto. Mi piaceva vedere quello che ogni giorno vedevo a casa mia, anche se in un’altra prospettiva. Mio padre si preparava per andare a lavoro sei giorni su sette. In strada  succedeva la stessa cosa. Piccoli commercianti ed operai si mischiavano tra la via Sanità e il borgo Vergini: a piedi, con il Bravo, il Si, la lambretta, con la propria auto o con un furgoncino.

Nei vicoli perpendicolari alle strade principali c’erano molti più bassi abitati da gente del quartiere. Vico Lammatari, vico Sanfelice, vico Montesilvano, vico Traetta, vico Centogradi, via Cristallini, salita Miradois ecc, in parte si svuotarono: colpa del piano casa che confinò chi nella 167, chi a Monteruscello, chi in altre zone periferiche della città. Ma il quartiere era grande, difficile deportare tutti in altri luoghi, difficile scardinare un rione rosso brulicante di operai e artigiani. Quello che non fece il terremoto degli anni Ottanta, lo fecero i politici da quattro soldi che, in cambio di una manciata di voti, promisero l’impossibile. Anche mio padre cadde nella rete delle illusioni. Si promettevano ai malati, ai disoccupati, ai nullafacenti, alle casalinghe, e per fino ai camorristi. Questo scambio non era il baratto, ma la guerra dei poveri.

Attualmente le notti bianche alla Sanità, che da qualche anno sembrano essere “il cambiamento” di prospettiva, ma che in realtà hanno un punto di congiunzione con la vecchia festa del Munacone, appaiono come rottura di una vecchia politica che non era in grado di guardare aldilà del proprio naso. La gente faceva la sua parte, così come i malviventi e gli insoddisfatti che “nascondevano” la propria esistenza nella solitudine e nella indifferenza. Nel rione c’erano (ci sono) ancora molti poveri, non era cambiato poi  così tanto il quartiere. Se i flussi turistici e i B&B, aumentati a dismisura in questi ultimi anni nel rione, avessero la capacità, attraverso quest’economia, di cambiare le sorti di una città intera, allora non si spiegherebbe perché Acapulco, invasa da un enorme flusso di turisti, era (è) una tra le città più pericolose al mondo.

Ma ben oltre le consuetudini del malaffare c’era l’onestà che anch’essa si nascondeva come i malviventi e gli insoddisfatti. L’esistenza di chi confinava il vicolo creava un mondo fatto dal di dentro, mentre  dal di fuori era visto come familismo e rozzezza. Differenze mai colmate, per cui una donna senza gambe aveva bisogno di una raccomandazione per avere una sedia a rotelle. Come abitante del rione non ricordo, se non in sporadiche situazioni, gente piagnona e/o strappa lacrime; gli artigiani guantai (tantissimi nel quartiere), lavoravano ed erano tra i più bravi del mondo. Il mito del posto fisso è servito a mio padre per una giusta ragione: dopo 40 anni di lavoro e sempre con la stessa azienda, era stato licenziato senza TFR e con 400 euro di pensione al mese.

Io come abitante del rione avevo solo bisogno di essere guardato, senza lacrime, senza sorriso né patos; avevo solo bisogno di sentirmi internamente, così come sentire Patrizia e suoi due figli sordomuti o Vincenzo con una moglie costretta all’inferno da una grave malattia alle ossa. In tutto questo c’era sempre stata la normalità vista da qualcuno e confusa da molti. La normalità dell’esistenza, della vita che scorre uguale per tutti. La magia delle mani della signora Antonietta che mezza cieca cuciva i pantaloni dei disperati all’età di ottant’anni. Vicino ad una salumeria, nel centro della via dove è nato Totò, l’unico punto luce della casa basso erano le vetrate della porta d’ingresso. Donna Antonietta spesso mi chiamava: “infilami l’ago che mi lacrimano gli occhi”. [+blogger]

Un commento Aggiungi il tuo

  1. Ciro ha detto:

    anche io come te con la bici cercando di superare le auto. cambiano le cose e certe altre rimangono in eterno

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...