Cari tifosi del Napoli, siamo un piccolo gruppo di tifosi della gradinata sud della Sampdoria che in occasione della prima partita in casa dopo la tragedia del ponte Morandi ha deciso di mettere da parte, per una volta, la storica rivalità di un normale Sampdoria-Napoli. Già, perché oggi per noi non è una partita normale. A distanza di due settimane sentiamo ancora il groppo alla gola e un grande senso di lutto e di ingiustizia per quanto ci è piovuto addosso. Per i 43 morti, 4 dei quali napoletani. E per una città ferita, per i tanti sfollati, per le attività economiche messe in ginocchio. Sentiamo il bisogno di condividere anche con voi questo nostro dolore, per sentirci meno soli e per farci forza, andando oltre le diverse appartenenze politiche, sociali, religiose e anche di tifo calcistico. Per questo vi offriamo un po’ di focaccia e un bicchiere di tè per dirvi benvenuti. In cambio vi chiediamo un abbraccio di umanità, un momento di silenzio insieme, un pensiero di poche righe da dedicare a Genova e da lasciare sul quaderno che trovate al nostro presidio qui all’ingresso del settore ospiti. Vi aspettiamo allora, idealmente, non tanto allo stadio ma intorno alle rovine del viadotto crollato, per liberare insieme un po’ di macerie dai nostri cuori. Grazie.
Questo era il testo del volantino che avremmo voluto distribuire ieri ai tifosi del Napoli all’ingresso del settore ospiti. Abbiamo lavorato all’idea di questo presidio con tutte le nostre forze, dando l’anima per giorni e giorni: dallo striscione fatto in casa (“sugli spalti tanta rivalità, nella vita la stessa umanità”) al bellissimo disegno dell’amico Daniele Volpicelli, dalle telefonate per spiegare a tutti l’iniziativa a quelle per tentare di risolvere i vari problemi logistici. Ci siamo arresi due giorni prima della partita, perché confrontandoci con tanti autorevoli addetti ai lavori dello stadio ci siamo resi conto che questa idea (pur apprezzata e considerata nobile da tanti nostri amici della gradinata) sollevava un mare di preoccupazioni riguardo la gestione dell’ordine pubblico. Così, con immenso dispiacere, subissati da tante drammatiche “previsioni del tempo” e segnali di allerta, siamo stati obbligati a fermarci. Niente abbracci, niente silenzio insieme, niente focaccia genovese, niente parole napoletane di umanità sul quaderno. Anche se era già tutto pronto. Fiasco totale. E ora l’unica carta che ci resta da giocare per non buttare proprio tutto nel cestino è affidarci alla rete, il giorno dopo la partita, per mettere le ali al nostro temerario messaggio di pace almeno a livello virtuale. Dedicato ai tanti tifosi napoletani che si sarebbero emozionati vedendoci lì per accoglierli: fate un piccolo sforzo di immaginazione, e questo incontro insolito e commovente in omaggio alla nostra città ferita fate conto di averlo vissuto. Dedicato ai tifosi sampdoriani che avrebbero partecipato volentieri a questo momento di fraternità e di memoria condivisa oltre la rivalità: sappiate che non siete soli a praticare questi sogni romantici e strampalati. Dedicato a tutti i costruttori e ricostruttori di ponti che come noi si impegnano nel collegare mondi lontani per entusiasmarsi nel dialogo fra diversità, nel calcio e nella vita: fateci coraggio diffondendo la nostra storia, per aiutarci a leggere questo tentativo non come un fallimento, ma come una tappa utile nel cammino di maturazione umana delle nostre amate tribù del pallone. [Tommaso Giani, disegno di Daniele Volpicelli]