La storia sembra aver dimenticato che nel quartiere c’era una delle sezioni del partito comunista più grandi della città. Si trovava a salita Stella ed aveva più di duemila tesserati.
Un militante su tutti era ricordato, un musulmano di Tripoli: si chiamava, Rascid Kemail. Il libro, uscito da poco, a cura di Rocco Civitelli e scritto da Olimpia Ammendola e Annalola Geirola, ha un titolo inconfondibile: “Comunisti nel rione Sanità”.
Novantuno pagine che spiegano la vita di quest’uomo e delle lotte intraprese per difendere i lavoratori e le lavoratrici del rione. Così come la seconda parte è dedicata alle scuole della Sanità.
Negli anni Sessanta e Settanta, il sistema scolastico del quartiere era di altissima qualità, oggi, come affermano le autrici: In una realtà nella quale l’ascensore sociale è totalmente bloccato, la mancanza di una scuola pubblica, qualificata e a tempo pieno, rappresenta la più grande discriminazione discriminazione di classe.
Un tempo la lotta politica aveva unito gli interessi della povera gente, sottopagata e non rappresentata. Attraverso la scuola pubblica si avviò un cambiamento epocale. Centinaia di studenti erano iscritti e molti arrivavano anche da altri quartieri e della provincia di Napoli. Si insegnava alle nuove generazioni, si educava e soprattutto si allontanavano i ragazzi dalla malavita organizzata. Non a caso le baby gang sono nate proprio quando la scuola ha iniziato la sua discesa, prima con l’accorpamento e poi, in monti casi, con la chiusura totale. Prova è l’Istituto Caracciolo della via Santa Maria Antesaecula, e di altre scuole del rione.
Per chi crede ancora che nel rione la “rivoluzione culturale” non c’è mai stata, oppure una rivoluzione industriale, queste poche pagine riassumono Cinquant’anni di storia dal basso, di uomini e donne che lottavano per il bene comune e di un quartiere che abbracciava la sua sorte, a partire delle barricate fatta alla via vergini per cacciare i nazifascisti durante le quattro giornate di Napoli. [+blogger]

Bisogna ritornare alle origini e non confondere la politica di oggi con quella di ieri. È essenziale che siano considerati questi periodi di storia fosse anche solo per ricordare l’importanza della organizzazione. Grazie
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Dove posso acquistare il libro? Grazie.
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