Attualmente, viste le argomentazioni di cui sopra, quali aspettative posso rintracciare in questo nuovo [s]modello Sanità? Rivado all’ultima frase dell’articolo precedente, per continuare il “cammino” sinusoidale dentro il modello Sanità. Premetto che parto da lontano, quindi le argomentazioni sono passibili di critica; ma chi scrive dovrebbe avere l’abitudine di afferrare informazioni da fonti sicure, cosicché il margine di errore si riduce e la lettura diventa informazione e non una notizia.
Procedo. Tempo fa è toccato all’Ospedale san Camillo chiudere i battenti. Tra la via Sanità e l’inizio della via Fontanelle, struttura meravigliosa, riconvertita poi in tutt’altro, grazie alle capacità di numerosi volontari e tecnici che hanno saputo lavorare per la sua rivalorizzazione (grande impegno svolge da sempre don Antonio Vitiello).
La sventura poi si è abbattuta sulle altrettanto meravigliose strade di via Serbatoio allo Scudillo e di salita Scudillo. Due arterie di un fascino straordinario. Via del Serbatoio è una strada stretta e lunga che si inerpica su una collina. Piccoli archi di tufo iniziano il percorso, fino ad arrivare, salendo sulla sinistra, ad uno spettacolo di verde con panoramica della città a tratti incantevole. Via Scudillo (riaprirla sarebbe importante anche per la gente che vive nel rione san Gennaro, via di fuga che porta in pochi muniti al pronto soccorso del Cardarelli) è immersa anch’essa nel verde, salita ripida e bellissima nella sua conformazione… Entrambe sono praticamente cancellate, chiuse e abbandonate a se stesse.
La scuola elementare Angiulli aveva un bellissimo teatro interno ed una biblioteca comunale con otre 18 mila libri. Il Liceo Giordani alla Conocchia, in Salita Principi, così come L’istituto Tommaso Campanella, alla via Stella, e la scuola materna di salita Mauro, dissoltesi nel disinteresse di ogni amministrazione. In ultimo è stato costruito un centro culturale polivalente presso l’istituto Froebeliano: costruito e mai aperto.
Soppresse anche le navette dell’ANM che un tempo sostavano alla via Fontanelle e a piazza san Gennaro (oggi non sostano più). Esse finiscono il percorso alle 18,00 anziché alle 21,15 come da regolamento; la linea C55 che da piazza Cavour portava al centro storico soppressa.
L’ex cineteatro Felix alla via Sanità, un luogo abbastanza grande e confortevole per la gente del rione (un tempo abbiamo chiesto, nella disperazione, di riconvertirlo in un asilo nido), rivenduto ad una catena di supermercati. Invano le nostre proteste per non farlo decedere, agonia lapidaria, illusione. Alla fine ha prevalso la sorte avversa.
Ed infine, il Museo Totò. Ci sono voluti 22 anni per finirlo, in realtà non è finito ancora, in realtà non è mai esistito, in realtà esso è solo fantasia nell’ immaginario collettivo: per poterlo visitare bisogna far rinascere il principe della risata.
A rischio chiusura anche il campo sportivo della Sanità, nell’ incuria generale è impossibile praticarlo, eppure ci sono molti ragazzi e bambini che con l’aiuto di professionisti possono rigeneralo.
A questo punto non ci rimane che mettere cancelli alla porta della Sanità, si chiama porta san Gennaro. Attenzione però, chi vuole entrare deve mostrare un tic, oohh scusate ho sbagliato, volevo dire un ticket. [+blogger – Francesco Ruotolo]
Collasso totale dopo aver letto i due post completi. Non capisco come giustificano queste chiusure, mi piacerebbe sentire il giornalista di repubblica anche sponsorizza l’altra napoli. alto che modello Sanità, questo è la distruzione Sanità.
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molto più comodo fare feste e notti bianche…
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