Presentare il rione Sanità. Parlare di camorra è facile. Parlare di turisti e di rivoluzione è semplice, per non dire insignificante. Ma oggi si chiude una rivoluzione, eh sì, perché la nostra è la rivoluzione della chiusura. Negli ultimi 10 anni sono nati, per fortuna, una pizza sospesa e un fiocco di neve, per il resto la storia è qui da millenni. I “cancelli” di porta san Gennaro, fino ad arrivare alla sua omonima piazza, abbandonata nell’immondizia e nel degrado (come se questo luogo fosse di nessuno), sono l’immagine di una bellezza che scivola in un mare di melma. Condizione necessaria perché i turisti vivano. Eppure centinaia di turisti calpestano il basolato della Sanità, sfiorano il tufo marcio, navigano nella lava dei Vergini facendosi risucchiare dalle parole falsate.
Una caccavella nel cimitero delle Fontanelle è stata messa lì per santa deplorazione, così come una penna in testa ad un teschio spaurito, ammirata da ignavi condottieri privi di scrupoli e privi d’amore. Ma i quattrini abbondano e allora tutto va bene. Papà, papà, papà, tieneme astritto ‘e nun me lascià, pe n’a penna ‘a uciello ngrifosa, fratemo è stato nu traditore. Ma noi qui la guerra dei poveri, così come questa specie di rivoluzione, la conosciamo bene. E così le Iene fanno il loro ennesimo servizio per scoprire un bel niente, oppure forse per scoprire quello che già è stato detto. La Sanità è del drogato, del connivente, del colluso e dell’omertà che fa l’uomo di merda? Non c’è redenzione per gli abitanti, essi sono costretti a vivere nella indifferenza e nella sopraffazione. Un popolo che soffre ha la sua colpa. Del resto questa specie di rivoluzione ha radici nella teologia della prosperità. [+blogger]
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