Hanno chiuso anche il consultorio dell”Ospedale Elena d’Aosta.

Chiagnit’ sempre! ‘E turist, ‘o dolcett, a pizzeria, ‘o suvenir, ‘e catacombe… ma che vulite cchiù?! 

Martina, 23 anni, appena ha sentito la notizia che il consultorio dell’Elena d’Aosta ha chiuso ha storto il naso, ha abbassato gli occhi ed è andata via senza dire una parola.  Ragazza madre di un bambino di quasi 2 anni, segue regolarmente, ogni giovedì, un corso sull’educazione infantile. Ritorna di nuovo mentre il cancello si chiude alle nostre spalle. Ha voglia di dire qualcosa, con in braccio suo figlio, racconta che andare adesso dal rione ai Colli Aminei è un bel problema”.

Le rispondo, ma c’è la metrò?!, mi dice: ho paura, sono claustrofobica. Poi mi urla in faccia: ma perché l’hanno chiuso?, funziona così bene!, c’è una pediatra bravissima, io ho una gran fiducia in lei. Non ho mai perso una lezione, mi figlio qui si diverte, c’è una bellissima stanza arredata con giocattoli, scivoli, giochi intelligenti, ma perché in questo rione di merda chiudono tutto? Ma è mai possibile che qui chi visita il quartiere sta benissimo, mentre noi abitanti stiamo una merda? Incomincia a piangere. Qui (nel consultorio), mi stanno aiutando, non ho un uomo, né marito  …e nun ‘o voglio neanche! Ma com’è possibile tutto ciò?, si deve pur fare qualcosa …ma che gent’ ‘e merda!

Il consultorio è stato accorpato con quello di via Petroavalle ai Colli Aminei. Ma visto che la densità abitativa del rione Sanità è tre volte superiore alla zona collinare, visto che il quartiere è dieci volte più povero, visto che ci sono la stragrande maggioranza d’immigrati che vivono nei bassi e, visto, soprattutto, che nel quartiere hanno chiuso: l’ospedale, le scuole, il parco san Gennaro, il municipio, l’ufficio postale, il mendicicomio, Ernest ‘a Furia (cesso pubblico), le fabbriche, la banca, la biblioteca, il cinema, il parco giochi di piazza Cavour … cos’altro può accadere in questo luogo di frontiera, dove la decenza pubblica lascia il posto all’apatia politica?! [+blogger]