ricordo francesco

La politica “spicciola” non piace a nessuno, soprattutto a quelli che fanno finta di ascoltarti, di prenderti in considerazione, di fare su e giù con la testa in senso di approvazione e di negazione, preservando la causa del bene comune, creando empatia immediata e battendosi con te, sì, proprio con te, sulle questioni che stai esponendo e su cui ti stai affannando, soffrendo irrimediabilmente. Argomentando le tue preoccupazioni, ti mettono una mano sulla spalla, ti sorridono amichevolmente ed infine ti salutano con un “farò mia la tua causa”, “la politica deve sempre ascoltare i cittadini afflitti”. Ecco, questo è tutto quello che Francesco Ruotolo non era. Non era empatico, non sorrideva spesso, era permaloso ed irascibile, a volte le cose le pretendeva senza nulla in cambio. Nel suo libro apparivano evidenti la troppa sincerità e la troppa semplicità, troppa per uno scrittore, anche se era una autobiografia. Così solo dopo estenuanti denunce, fogli stampati, tavolini con firme, volantini, attacchinaggio, spiegazioni continue per la distanze che non erano state rispettate, per il fatto che la navetta aveva l’obbligo di fermata dopo determinati metri ecc. ecc., finalmente un palo d’acciaio con una pensilina con su scritto C52 e C51 era stato impiantato vicino al fioraio, una fermata in più, a beneficio di tutti, nessuno escluso.

Non credo che dopo Francesco ci sarà un altro che brindi con una sciampagne scadente vicino a quella stessa fermata dell’autobus della via Sanità. Una festa. Bastava una piccola voragine per far partire, dalla sua mail, esposti e citazioni per il mancato sopralluogo. Francesco si batteva per l’ascensore del ponte della Sanità, si batteva per la biblioteca della scuola Angiulli, per il parco e l’ospedale san Gennaro, per un presidio fisso delle forze dell’ordine. Francesco Ruotolo era risultato impopolare quando aveva fermato un insieme di persone che avevano intenzioni di ridipingere l’intero ponte della Sanità. Oppure quando voleva a tutti i costi far riaprire la Salita Scudillo, beccandosi rimproveri e bestemmie dalla gente del luogo. Francesco aveva voluto chiarire, una volte per tutte, che il vico san Felice (così come riportava la scritta) non era dedicata al santo ma bensì all’architetto Sanfelice, e che il ponte della Sanità, così odiato in passato, era sopravvissuto grazie a Maddalena Cersuolo. Non mi dilungo ancora ma ci sono altre cose che potrei citare, dall’ufficio postale troppo piccolo per la popolazione della Sanità, al Campo di calcio sotto i colli Aminei. Ecco un esempio filmato. P.S. Qualche anno fa venne a casa mia e mi disse che aveva voglia di diventare presidente della municipalità3. Insieme aprimmo un blog, facemmo delle foto, dei filmati. Cercava associazioni e sostenitori che firmassero la sua candidatura. Naturalmente non fu candidato, né eletto. Francè non eri un politico, mi dispiace. [+blogger]

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