Ogni volta che m’imbatto in una occupazione pacifica (nel rione), incontro anche un ragazzo, non ricordo il nome, che in prima linea scrive, interviene, consiglia, lavora e soprattutto urla. La sua voce mi è rimasta impressa. Anche durante l’occupazione dell’Ospedale urlava maledettamente. Urlava anche quando gli feci una intervista, mentre scriveva sull’ennesimo striscione consunto. Urlava a squarciagola quando arrivò De Luca a “benedire” il monumento dedicato a Totò; e urlava contro il direttore sanitario e contro le forze dell’ordine. La voce di questo ragazzo mi faceva ricordare le parole di mia mamma: “chi allucca gran dulore sente”!
In effetti continuo a sentire la sua voce stridula, netta, nonostante gli acufeni, di questo infermiere; sì perché (questo lo ricordo bene), la sua professione è infermiere professionale, con una opzione: è disoccupato. Ho l’impressione che le mie orecchie, che sono pur male riuscite, nel sentire la tonalità di quelle urla, provino un certo imbarazzo, una certa malinconia. Non fa l’urlatore per mestiere, né il battente della madonna dell’arco. Questo ragazzo è un semplicissimo abitante del rione, uno dei tanti, uno qualunque che ha voglia, lo ripeto, di scrivere, intervenire, consigliare, lavorare, e soprattutto urlare per gli altri.
PS. Stamattina alcuni abitanti del rione hanno occupato di nuovo simbolicamente il parco san Gennaro. Hanno scavalcato l’inferriata e ripulito, spazzato, tagliato l’erba, sistemato il terreno. Negli ultimi due anni l’hanno aperto pochissime volte per mancanza di personale. Poi è arrivata la polizia e ha liberato di nuovo simbolicamente il parco. Chiedere che uno spazio pubblico sia riaperto, occupare per gli altri, perché tutti possano beneficiare, è un atto di grande civiltà … facessero la stessa cosa i politici di quartiere. [+blogger]