Da qualche settimana sto cercando di nuovo casa nel rione Sanità, dopo aver vissuto gli ultimi cinque anni in un paese vesuviano. Contatto qualche familiare e conoscente, alcune agenzie immobiliari oltre a cercare venditori privati su internet. Rispetto agli affitti saliti alle stelle, il mercato degli acquisti è ancora nella norma. Quello che non è normale è una frase che ho sentito ripetuta un po’ da tutti: “cerca una casa per fare un B&B?”. No, in verità ho una moglie e due figli e mezzo. Vorrei abitare a Napoli, possibilmente nel centro storico. “Strano” .
Ho visitato una bellissima casa, da ristrutturare in parte, nel borgo Vergini. Due persone molto simpatiche mi hanno accolto e spiegato che per motivi di salute lasciano la casa. Anche loro mi hanno subito detto: “è per fare un B&B?, qui in questo stabile ce ne sono già due, il palazzo è storico, il condominio è abbastanza buono, anche se quando devono fare dei lavori so’ mazzate”. Ho ribadito: No, voglio solo abitarci con la mia famiglia. Alla fine mi è stato chiesto se sono di Napoli.
Di gentrificazione ho già parlato scrivendo diversi articoli su questo blog. Quello che mi spaventa di più è la normalizzazione che induce il controllo dell’evento, rendendo quell’evento stesso innocuo. Un tempo potevo contestare l’affitto esorbitante, oppure potevo pretendere che il quartiere fosse a rischio, oggi non posso più farlo. Qualcuno mi dice: “ma i tempi si evolvono, c’è cambio generazionale; Napoli sta cambiando, il quartiere sta cambiando”. Per i commerciante che da anni lavorano nel rione c’è sicuramente qualcosa di economicamente più vantaggioso, per le famiglie che vivono in affitto è esattamente il contrario (e queste ultime sono di gran lunga più numerose dei primi).
La rivoluzione Sanità fa guadagnare ad un trentenne che trasporta pizze 500 euro al mese, così come ad un barista o cameriere ai tavoli. Oggi il cambiamento è troppo veloce ed il quartiere (Napoli), troppo impreparato per recepire tale perverso distacco. Ma se il quartiere fosse più attento? Il concetto di economia che è entrato nel rione è pur sempre quello classico dello sfruttamento. Se chiedono per un affitto la somma di 600 euro mensili, per una abitazione di 50 mq, mi dite come il trentenne pizzaiolo, barista, o cameriere ai tavoli, possa pagare tale somma? Ma questa è una storia vecchia, vecchia e obsoleta, che incarna “immature” teorie e antichi risentimenti.
In parte è bello vedere le strade piene di gente e di stranieri. Ieri un commerciante di Spaccanapoli mi ha detto che “questo è un turismo strano, la gente non compra se non su indicazione o perché ne ha sentito parlare. Insomma devi essere importante per vendere. Gli ho replicato ma questa è una cosa normale; “no”, mi ha risposto “se in pochi anni i vecchi bottegai devono fare le valigie per far posto a fast food improvvisati. Una città deve sopravvivere, non morire e rinascere: se sopravvive aiuta anche gli altri, se muore, a morire sono solo quelli che non ce la fanno” … ossia i più poveri! [+blogger]
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